Radtrak² 03

Per misurare la concentrazione di radon ai sensi di legge è necessario scegliere la tecnica passiva, utilizzando rivelatori a tracce nucleari o elettreti.

I rilevatori a tracce nucleari sono costituiti da materiali organici sensibili alle particelle α (es. nitrato di cellulosa, (LR115, CN85), policarbonato (Lexan, Makrofol) e poliallil di-glicol carbonato (PADC o CR-39), il più sensibile alle α di un largo range di energie).

L’interazione delle particelle α con il materiale organico causa un danno ai legami chimici del polimero, formando la cosiddetta “traccia latente”.

Questo tipo di traccia non è visibile se non con particolari tecniche di microscopia elettronica. Pertanto per rendere la traccia visibile, occorre ingrandirla, mediante un trattamento chimico o elettrochimico.

Le tracce devono poi essere contate, perché la densità di tracce (numero di tracce per unità di superficie) è proporzionale all’esposizione al radon, ossia alla concentrazione media per il tempo di esposizione.
Le tracce vengono contate generalmente mediante sistemi ottici: usano sistemi di amplificazione dell’immagine (microscopio ottico), più o meno automatizzati, interfacciati con un calcolatore.

Tramite una telecamera le tracce vengono visualizzate sul video dell’elaboratore e mediante un adeguato software di analisi d’immagini vengono contate e analizzate sulla base delle loro caratteristiche geometriche.

Il rivelatore ad elettrete è un dispositivo formato da una camera di plastica conduttrice a volume noto che contiene l’elettrete, un disco di materiale dielettrico (teflon), caricato elettrostaticamente ad un dato potenziale. Il radon diffonde nella camera passivamente attraverso un filtro. Le radiazioni emesse dal radon e dai suoi prodotti di decadimento generati all’interno della camera ionizzano l’aria.

L’elettrete, carico positivamente, attira gli ioni negativi e questo produce una diminuzione della carica netta e quindi del potenziale superficiale dell’elettrete stesso.

Gli ioni positivi si neutralizzano sulla superficie della camera. Si calcola la differenza di voltaggio dell’elettrete prima e dopo l’esposizione. Queste differenza di voltaggio è proporzionale all’esposizione al radon.

La durata del monitoraggio deve essere pari a 1 anno solare, suddiviso in 2 periodi

Al termine dei 12 (dodici) mesi di misurazione, è necessario redarre una relazione secondo le specifiche dettate dall'ARPA e spedire il tutto al Comune di Appartenenza e all'ARPA Puglia.

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