Il radon è un gas radioattivo naturale, invisibile e inodore.  Si forma nel terreno e nelle rocce ricchi di minerali radioattivi (uranio e radio) che spontaneamente si trasformano emettendo radiazioni.

Il radon (soprattutto l’isotopo Rn-222) resta gas per qualche giorno prima di decadere, così può diffondersi nell’aria o sciogliersi in acqua  radongas.eu  who.int. Essendo chimicamente inerte, non reagisce con altre sostanze: tuttavia il suo decadimento genera particelle radioattive solide (i “figli del radon”) che possono aderire alla polvere e all’aria.

Come si misura il radon

La concentrazione di radon in aria si misura in Becquerel per metro cubo (Bq/m³), un’unità che indica quante disintegrazioni radioattive avvengono in un secondo in un metro cubo di aria. In alternativa si usa anche il picocurie per litro (1 pCi/L ≃ 37 Bq/m³). Per misurare il radon si lasciano nel locale dei dosimetri passivi (piccoli dispositivi di plastica o vetro contenenti film plastici o materiali chimici) per almeno 2–3 mesi e poi inviati a un laboratorio per l’analisi. Esistono anche strumenti attivi (radon meter digitali) che forniscono letture continue. Grazie a questi metodi la concentrazione di radon in casa, in ufficio o in altri ambienti chiusi può essere facilmente rilevata who.int.

Dove si trova il radon (esempi pratici)

Il radon è presente ovunque, ma le concentrazioni più alte si ritrovano in ambienti chiusi a contatto col terreno  epicentro.iss.it. In particolare, radon fuoriesce dal suolo attraverso crepe nei muri o nel pavimento, tubi o canalizzazion i Esempi pratici di luoghi a rischio sono cantine, seminterrati, scantinati o abitazioni costruite sul tufo o altri materiali vulcanici  epicentro.iss.it. Anche sorgenti d’acqua sotterranee, grotte e miniere contengono livelli elevati di radon  who.int. Nelle case italiane la situazione varia molto da zona a zona: mediamente la concentrazione nazionale è intorno a 70 Bq/m³  radongas.eu, ma ci sono abitazioni in cui supera di gran lunga questi valori. Per esempio, circa l’1% delle case italiane presenta oltre 400 Bq/m³ e il 4% oltre 200 Bq/m³. In pratica, qualsiasi edificio a piano terra o interrato può trattenere radon se non adeguatamente ventilato o isolato  epicentro.iss.it  who.int.

Effetti del radon sulla salute

Il pericolo del radon deriva dal fatto che le sue particelle di decadimento, se inalate, danneggiano i tessuti polmonari radongas.eu. Numerose ricerche hanno dimostrato che l’esposizione prolungata al radon aumenta il rischio di cancro del polmone  radongas.eu. In effetti, dopo il fumo di sigaretta (che rimane la causa principale di tumore polmonare), il radon è considerato la seconda causa di questa malattia radongas.eu. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) classifica il radon tra gli agenti di gruppo 1, cioè già accertatamente cancerogeni per l’uomo (come amianto e fumo di tabacco)  radongas.eu. Stime internazionali indicano che il radon può essere responsabile di 3–14% di tutti i tumori polmonari in un paese who.int; in Italia questa quota è stimata intorno al 5–15% dei casi annuali  radongas.eu.

L’effetto sulla salute non è immediato: serve un’esposizione continua per molti anni affinché si sviluppi un tumore. Il danno avviene perché quando il radon decade nel polmone emette raggi alfa che frantumano il DNA delle cellule, favorendo mutazioni  radongas.eu. Il rischio cresce con l’aumentare della concentrazione di radon e del tempo di permanenza in ambienti contaminati  radongas.eu. Un punto importante: il radon è molto più pericoloso per chi fuma  radongas.eu  regione.toscana.it. Infatti, i fumatori esposti al radon hanno un rischio di cancro polmonare circa 25 volte superiore ai non fumatori esposti alla stessa dose  radongas.eu. In pratica, fumare+radon è una combinazione ad altissimo rischio. Dunque smettere di fumare è il modo più efficace per ridurre i danni complessivi del radon  regione.toscana.it. Fuori dai polmoni, finora non è stato dimostrato con certezza che il radon provochi altri tipi di malattie; comunque le cure principali sono sempre una diagnosi precoce e, meglio ancora, una prevenzione riducendo l’esposizione  radongas.eu  radongas.eu.

Regole e limiti in Italia e in Europa

In Europa e in Italia esistono raccomandazioni per i livelli di radon, ma finora solo poche norme sono di fatto vincolanti. Secondo una vecchia raccomandazione europea (Euratom 90/143 del 1990) nelle case già esistenti si dovrebbe intervenire se si superano 400 Bq/m³, mentre per gli edifici nuovi l’obiettivo è di non superare 200 Bq/m³ epicentro.iss.it. In realtà l’Unione Europea, con la direttiva 2013/59/Euratom, ha stabilito dal 2025 un livello di riferimento di 200 Bq/m³ per i nuovi edifici e 300 Bq/m³ per quelli esistenti aperti al pubblico  protezioneradon.it.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità consiglia un valore di azione più basso, intorno a 100–200 Bq/m³, ma si tratta di indicazioni di buona pratica  epicentro.iss.it.

In Italia mancano ancora limiti obbligatori per le case o le scuole  epicentro.iss.it. Esistono però linee guida tecniche e indagini epidemiologiche. Per esempio l’Istituto Superiore di Sanità raccomanda di valutare la situazione quando la concentrazione supera i 200–300 Bq/m³. Per i luoghi di lavoro, invece, la normativa nazionale recente (D.Lgs. 101/2020 integrato dal D.Lgs. 203/2022) prevede obblighi specifici: nei locali sotterranei o in alcune situazioni il datore di lavoro deve misurare il radon e intervenire se la concentrazione annua supera 300 Bq/m³ adottando misure di bonifica e valutazione dei rischi per i lavoratori.

Nel gennaio 2024 l’Italia ha inoltre adottato un Piano Nazionale di Azione contro il Radon 2023–2032. Questo piano prevede una mappatura estesa delle concentrazioni nelle abitazioni e nei luoghi di lavoro, insieme a campagne di informazione e strategie di mitigazione del rischio. In sintesi: oggi in Europa è consigliato non superare i 300 Bq/m³ (200 nei nuovi edifici), ma in Italia per le case la misura resta volontaria. Si consiglia comunque di misurare e se necessario intervenire già oltre i 200 Bq/m³, per garantire sicurezza e prevenzione.

Come ridurre il radon in casa o in locali chiusi

Ridurre il radon in un ambiente richiede di ostacolare la sua entrata e/o di diluirlo con aria pulita regione.toscana.it. Di seguito alcune azioni semplici ed efficaci:

  • Ventilazione dell’ambiente: aumentare il ricambio d’aria è la prima misura immediata  regione.toscana.it. Ad esempio, aprire finestre e porte più spesso fa uscire il radon e far entrare aria esterna pulita  Nei casi più critici si possono installare impianti di ventilazione meccanica controllata che rinnovano continuamente l’aria.
  • Sigillatura delle vie d’ingresso: tappare crepe, fessure o giunti nei pavimenti e nei muri a contatto col terreno  regione.toscana.it. Si possono usare siliconi speciali, schiume poliuretaniche o membrane impermeabili sotto il pavimento per bloccare il passaggio del radon. Un buon isolamento delle fondazioni riduce sensibilmente la quantità di gas che entra.
  • Depressurizzazione del suolo: nei casi di livelli molto alti, si può realizzare un pozzo tecnico sotto la casa (il cosiddetto “pozzetto radon”) e installarvi una ventola aspirante  regione.toscana.it. Così il radon nel terreno viene “risucchiato” e convogliato all’esterno, prima di raggiungere l’abitazione. Talvolta si crea anche una ventilazione naturale o forzata delle intercapedini (spazi vuoti) tra il suolo e il pavimento  regione.toscana.it.
  • Pressurizzazione interna: in alcuni edifici si può insufflare aria pulita nel locale (tenendo leggermente sovrapressurizzata la stanza rispetto al terreno) per ostacolare il flusso di radon verso l’interno.
  • Qualità dei materiali: in fase di costruzione o ristrutturazione, è possibile inserire barriere al radon (guaine specifiche) nel solaio di fondazione o usare materiali da costruzione a basso contenuto di uranio  regione.toscana.it.
  • Smettere di fumare: come già detto, il radon è molto più dannoso per i fumatori regione.toscana.it. Riducendo o eliminando il fumo in casa si diminuisce fortemente il rischio complessivo di tumore polmonare  regione.toscana.it.

In pratica, per abbassare il livello di radon sono fondamentali una buona ventilazione e la chiusura di ogni via d’ingresso dal sottosuolo  regione.toscana.it  regione.toscana.it. Ogni edificio è diverso, quindi spesso si adottano più misure insieme: per esempio, sigillare crepe e contemporaneamente aumentare la ventilazione  regione.toscana.it  regione.toscana.it. L’efficacia va verificata con un nuovo monitoraggio dopo gli interventi.

Progetti e iniziative sul radon

Negli ultimi anni si sono moltiplicate in Italia le iniziative pubbliche di studio e informazione sul radon. Il Ministero della Salute e l’ Istituto Superiore di Sanità finanziano campagne di misura e sensibilizzazione: per esempio con indagini nazionali che mappano i livelli di radon nelle case e nelle scuole. Come si vede dall’ultima indagine ISS, l’obiettivo è identificare le “aree radon-prone” e avvisare i cittadini  radongas.eu.

Sul fronte educativo, l’ INFN (Istituto Nazionale di Fisica Nucleare) ha lanciato da anni progetti rivolti alle scuole, come RadioLab e ISOradioLAb  collisioni.infn.it. Queste iniziative coinvolgono studenti delle scuole superiori in esperimenti e misure pratiche di radon, con lo scopo di spiegare la radioattività ambientale. Ogni anno a novembre, in occasione dell’ European Radon Day (il 7 novembre, anniversario di Marie Curie), vengono organizzati seminari e workshop in tutta Italia collisioni.infn.it. Nel 2023-2024 più di 500 studenti hanno partecipato a eventi sulla radioattività organizzati da INFN. In questi incontri i ragazzi misurano il radon con dosimetri, ascoltano esperti e portano i risultati nelle proprie comunità per sensibilizzare anche adulti e famiglie  collisioni.infn.it.

A livello istituzionale, a inizio 2024 l’Italia ha adottato il Piano Nazionale Azione Radon 2023-2032 Questo piano prevede strategie coordinate per monitorare il radon in abitazioni e luoghi di lavoro e per promuovere interventi di riduzione. Alcune Regioni hanno già leggi proprie (per esempio la Lombardia e la Puglia) che obbligano il monitoraggio del radon in certi edifici pubblici o nuovi. Inoltre, le agenzie ambientali (ARPA) e centri di ricerca collaborano alla formazione di tecnici specializzati in bonifica del radon  protezioneradon.it.

In sintesi, la consapevolezza del rischio radon sta crescendo grazie a progetti scientifici, educativi e normativi: dal coinvolgimento delle scuole alle iniziative europee, passando per campagne di informazione al pubblico. Tutto ciò aiuta a conoscere il problema e a difendersi con misure concrete.